Anna Oliverio Ferraris

Le domande dei bambini.

Rizzoli, Milano 2000.

Leggi le prime due pagine:

 

PARLARE: PERCHE', COME…

 

"Mamma, perché Nicola ha due papà? Perché io ne ho uno solo?", "Chi sono i gay?", "Perché ci sono le guerre?", "Cos'è l'aborto?", "Dove si va quando si muore?", "Cos'è l'amore?", "Perché mi avete adottato?".

 

Queste sono alcune delle numerose domande che possono porre i bambini d'oggi; domande diverse rispetto a un tempo, anche se fanno parte di quell'immutabile curiosità infantile che ha sempre spinto i bambini a chiedere il perché di ogni cosa.

Un tempo i genitori, che vivevano in una società regolamentata da norme facilmente riconoscibili e dove i bambini erano tenuti al riparo da notizie troppo inquietanti, avevano meno difficoltà a rispondere alle domande dei figli, o se queste domande erano troppo difficili potevano cavarsela con la classica risposta: <<Sei ancora piccolo per queste cose>>. Oggi, la situazione è radicalmente mutata. Il mondo si muove, i bambini anche, ma a ritmi diversi, più veloci. Esposti a ogni tipo di messaggi, osservano e <<assorbono>> il mondo che li circonda; un mondo che non ha più i colori pastello dell'affettività e del sogno, ma quelli dei contrasti sociali e politici. Povertà, malattie, morte, razzismo, guerre, criminalità: la violenza in tutte le sue forme li aggredisce. E' difficile fare <<come se>> quella o quell'altra realtà non esistesse quando la strada, la scuola e il televisore sono lì per ricordarle. Compito complesso per i genitori, che devono trovare un compromesso tra i sogni del bambino e la realtà. Tra mostrare o nascondere la verità, tra dire tutto o dire niente. Anche il rapporto tra genitori e figli è cambiato, non è più improntato all'autorità ma all'amicizia, il che rende più difficile eludere le domande o cavarsela con le bugie. Ovviamente, si tratta di una forma di <<amicizia>> particolare perché un genitore resta sempre un adulto, che ha una sua esperienza alle spalle, deve assicurare protezione, insegnare a crescere, guidare.

Genitori e figli

Il diverso rapporto che si è creato tra genitori e figli è un fatto abbastanza recente. E' cambiato a partire dagli anni Sessanta-Settanta del Novecento. Allora sembrava che questo cambiamento avrebbe reso tutto più facile, che un rapporto più democratico con i figli avrebbe risolto una serie di problemi tradizionali tra le generazioni. In realtà, se per alcuni aspetti il rapporto tra adulti e bambini è diventato più individuale e meno istituzionale, i problemi non sono finiti, perché nel frattempo la società è andata incontro a un cambiamento vertiginoso che ha investito le tecnologie, il lavoro, i rapporti tra i sessi e soprattutto la stessa famiglia. Il numero di <<terzi genitori>> è in aumento, le famiglie separate e ricomposte sono ormai un aspetto usuale dello scenario in cui viviamo e tutti questi cambiamenti generano interrogativi da parte dei bambini che, per loro natura, sono molto simili a quelli di un tempo: conservatori negli affetti, alla ricerca di sicurezza, di continuità, di punti di riferimento, di indicazioni. Anche i genitori più preparati possono perciò sentirsi a disagio quando i figli incominciano a porre i primi perché: perché che non riguardano più soltanto i tradizionali <<Da dove vengono i sogni>>, <<Perché i nonni sono vecchi>>, <<Perché i maschietti fanno pipì in piedi>>, ma situazioni che possono andare oltre il loro vissuto individuale e che li raggiungono, in modo per lo più estemporaneo, attraverso i teleschermi, la pubblicità stradale, i discorsi degli altri bambini.