Anna Oliverio Ferraris, Prova con una storia, Fabbri Editore, Mi 2005, pag 127.

Recensione di Marilena Menicucci su "Valore Scuola"

Ha fatto centro anche questa volta Anna Oliverio Ferraris con questo libro, che rivisita la tradizionale lettura delle fiabe, collegandola ai bisogni dei bimbi, dei genitori e degli educatori d'oggi.

Si sentiva il bisogno di un chiarimento in mezzo al mercato della fiaba, proposta in tutte le salse tecnologiche contemporanee: qualche genitore delega il racconto al registratore e alla voce di un'estranea in cassetta; alcune baby sitter sostengono che solo i film e i cartoni animati ormai siano capaci di attirare l'attenzione dei bambini, diventati molto esigenti; fra i nonni, c'è chi non frequenta regolarmente i nipoti e altri hanno perso fiducia nelle storie che conoscono, quasi non siano più adatte ai bimbi d'oggi, così esperti fin da piccolissimi nel funzionamento di cellulari e computer e, infine, ci sono delle mamme, che impediscono ai figli l'ascolto delle storie, giudicandole bugie, falsità e ostacoli per la comprensione della realtà.

Nella prima parte del libro l'autrice, invece, ribadisce che bisogna continuare a raccontare le storie, perché "I bambini hanno bisogno che qualcuno dica loro come affrontare i pericoli, come reagire alle minacce, come ritrovare l'ordine quando c'è il caos".

Le generiche raccomandazioni degli adulti e l'elenco dei doveri, ripetuti ad ogni occasione non sono efficaci al 100%, come il racconto di una storia, che manda messaggi integrati, al cervello come al cuore, alla coscienza come all'inconscio, attraverso la metafora, capace di "spiegare" i più grandi problemi dell'umanità anche a bambini della prima infanzia, i quali con la storia capiscono e insieme immaginano. L'autrice considera un pregio delle storie, raccontate, il fatto che non siano perfette come i film di Disney, perché permettono al bimbo o alla bimba, ascoltando, di "costruirsi il proprio film interiore". Ne deriva che è bravo colui o colei che sanno raccontare, usando parola, pause, gesti e sguardi tali da favorire la comunicazione, non solo della storia, ma anche dell'affetto reciproco, che lega adulto e bambino. Perché questa attività ha un alto valore educativo: ingredienti ne sono l'ascolto (l'acqua per le piante), la trasmissione della cultura(la luce), la protezione dal peggio( le erbacce) e uno stile "autorevole"(il clima), comparando il genitore al giardiniere.

Irrinunciabili sono le pagine dedicate alle diverse reazioni dei bambini, in base all'età, perché nelle prime settimane di vita la voce dei familiari ha un significato completamente diverso da quello che assume negli anni successivi, infatti i bisogni di un figlio a due anni sono diversi da quelli dello stesso bimbo a tre o a quattro, quando la configurazione delle paure cambia di nuovo. E' stupido e dannosissimo, come tutte le stupidaggini, rifiutare il racconto delle storie, pensando così di eliminare i problemi psicologici, perché questi ultimi fanno parte della crescita e sono inscindibili da essa; il genitore educa non negando, ma offrendo ai figli il modo per superare i problemi inevitabili e raccontare le storie rappresenta una modalità di soluzione. Anzi l'autrice spinge a inventarne, consigliando di creare una metafora come per fare una torta: conoscere la ricetta, procurarsi gli ingredienti e procedere per fasi successive. I suggerimenti, tutti, anche quelli che possono sembrare secondari, sono segreti da imparare a memoria, validi per ogni genitore e non c'è adulto, che possa dire di non poterli seguire; a dire la verità una condizione c'è e rappresenta la sorgente vera del racconto, della storia, della metafora e della sua efficacia: che tra chi parla e chi ascolta ci sia una buona relazione.

La seconda parte del libro presenta "15 favole per 15 piccoli grandi problemi" e rappresenta un esempio di quale storia occorra, per affrontare e per cercare di risolvere la difficoltà, a cui è connessa. La paura del buio, i capricci, la pigrizia, la lontananza, i litigi, la pipì a letto, la paura della castrazione, la disappetenza, la paura del dottore, la gelosia, le litigate e le urla tra genitori, la separazione, i ritardi, l'amicizia e i mostri notturni, possono sembrare ad alcuni adulti situazioni da poco o comunque facili da superare per i bambini, più forti dei comuni problemi quotidiani, che ogni famiglia normale si trova ad affrontare; anzi per qualche adulto è anche difficile individuare una causa nel comportamento "strano" dei figli, ché vanno redarguiti e basta, come per ogni disobbedienza. Per coloro, però, che si riconoscono in quella condizione primaria, la buona relazione, preoccupati di vedere i propri figli o nipoti angosciati, insonni e sofferenti, sarà importante sapere non solo che possono fare qualcosa, ma che addirittura possono aiutare i bimbi a trovare una soluzione, raccontando una storia adatta.

Il grande merito di queste storie è la pulita e trasparente coerenza nei confronti dell'obiettivo, che vogliono raggiungere; non ambiscono ad essere un' esercitazione letteraria, ingigantendo la distanza con l'adulto qualsiasi, che si sentirebbe del tutto incapace nell' uguagliarle, ma hanno il valore di una sicura traccia narrativa, seguendo la quale un genitore, un educatore o un nonno possono imparare a costruire la storia giusta ad affrontare la difficoltà, individuata nel proprio figlio o nipote. Il problema è subito precisato e raccontato, spostando il vissuto nel mondo degli animali, nella preistoria o in un'altra famiglia, fornendo al bimbo, che ascolta, la possibilità di specchiarsi nell'altro, di guardare il suo problema da una prospettiva diversa e di intravedere una soluzione. L'adulto che trova troppo scheletriche le storie presentate a mo' d'esempio, può arricchirle a suo piacimento, senza perdere di vista, però, l'obiettivo da raggiungere: ascoltare, condividere e offrire una soluzione al piccolo o alla piccola.

L'autrice, psicologa e psicoterapeuta, conosce bene le situazioni conflittuali dei bimbi d'oggi e delle loro famiglie, come dimostrano i temi scelti, identici a quelli vissuti e sofferti dai nostri figli o nipoti o piccoli amici, ma, pur riconoscendo e chiamando con il suo nome il problema, lo guarda e lo racconta con gli occhi e con le azioni di chi ama la vita e le infinite possibilità di soluzione da cercare, in sé e fuori di sé.

La semplicità della narrazione vuole convincere il lettore a privilegiare la componente tenera, amorosa e intelligente, capace di comprendere, accettare e risolvere qualsiasi paura infantile, e l'adulto, intenzionato ad approfondire l'argomento, alla fine di ogni storia, troverà una serie di indicazioni di altre storie di autori classici e contemporanee, utili per spunti e suggerimenti da utilizzare e da confezionare in nuove storie, più adatte al proprio bimbo.

Le ultime tre- quattro pagine del libro, che costituiscono la terza parte, sono dedicate ai vantaggi della lettura ad alta voce, dimostrando come l'importanza della storia che si racconta o che si legge ai bimbi, oltrepassa la storia stessa, diventando occasione di un apprendimento ben più vasto, sì che dipende da come l'adulto legge e racconta il come il bimbo più tardi leggerà, studierà, racconterà e scriverà la vita.

La grafica del volume sembra diretta ai bimbi, mentre si tratta di un libro per adulti: i caratteri sono grandi e tondi come quelli dei libri delle fiabe classiche e le immagini dei bimbi d'oggi hanno un segno evanescente come vogliono i racconti. Non è una contraddizione. Anche nel "vestito" il libro invita all'ascolto dei bimbi che si desidera crescere bene, con amore.